Monitoraggio Crowdsourcing PM 2.5 dell'aria

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Monitoraggio Crowdsourcing PM 2.5 dell'aria

Stefano La Barbera
Ciao a tutti

da una sollecitazione di Andrea Borruso che ha lanciato la call sul gruppo fb, ho steso giù una bozza per un possibile progetto di monitoraggio dell'aria e del pm 2,5 sfruttando il progetto internazionale aircasting.

Secondo me il progetto avendo in sè tematiche come il crowdsourcing, gli open data, l'attivazione territoriale permetterebbe a ODS di avre una visibilità ed un impatto territoriale non indifferente.

Inoltre mostreremmo come gli open data nn siano solo un appannaggio della pubblica amministrazione, ma anzi  potremmo fornire un modello alla PA di come si può implementare la produzione di data in crowdsourcing se si abilitano gli attori territoriali: basta che gli si forniscano gli strumenti e li si inquadri nella giusta cornice progettuale.

Inoltre essendo un progetto internazionale, ci connetteremmo con una community mondiale con tutti i benefici che ne seguono per capacità di contaminazione ed innovazione territoriale che questo comporta.

Ho stilato una bozza molto primitiva di progetto, ovviamente è solo come me lo sono immaginato io, è possibile stravolgerlo completamente o arricchirlo con le considerazione che volete.
Semplicemente questa è la bozza per lanciare il sasso nello stagno e dare il là all'intelligenza collettiva che questa commnuty esprime usualmente.
dateci sotto! :)

qui il link
https://docs.google.com/document/d/1XjHGaNbMqgGnlrWw3D9pfBfcxcr-KSxjRaPP1nRsSPE/edit?usp=sharing
 
ciao


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Re: Monitoraggio Crowdsourcing PM 2.5 dell'aria

Andrea Borruso
Administrator
Ciao Stefano,
grazie per il tempo speso.

Io su questa cosa sono in "mumble, mumble". Tu scrivi di arrivare ad un buon numero di sensori, in modo da poter coprire in modo omogeneo la città e poter fare delle interpolazioni di dati basate su un campione sparso in modo geometricamente corretto nel territorio.

Io mi immaginavo anche qualcosa di più semplice, su cui appunto sto però ancora ragionando. Mi spiego con un esempio: se con il mio sensore raccolgo dati nella sola via Notarbartolo, lasciando il sensore nel balcone di un mio amico per una settimana, e per ben due volte leggo valori oltre la soglia, e scopro che il sistema di raccolta dati in città non è stato in grado di rilevarlo? Perché la rete di sensori magari è piccola, mal distribuita, o non più ben funzionante.

Una settimana il sensore in via Notarbartolo "bassa", poi una in quella "alta", poi in Viale Michelangelo, poi in Via Pitrè, ecc.. In poco tempo potremmo avere dei dati utili a capire se la qualità dell'aria va misurata e monitorata meglio, se ci sono delle situazioni di allarme già in corso, se al contrario va tutto bene e avere conferma che possiamo stare sereni.
Non mi immagino di costruire insieme una mappa dell'inquinamento da PM 2.5 della città, ma di essere soltanto un piccolo led che si accende a segnalare qualcosa.
Più led riusciamo a mettere in giro, sicuramente meglio è, ma non mi sostituirei a chi queste cose le fa e /o le farà già.

Non sono aggrappato a questa mia idea, ma volevo delinearla pensando possa essere utile come ulteriore elemento di confronto.

Ne parliamo a #ODS15.

Saluti
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Re: Monitoraggio Crowdsourcing PM 2.5 dell'aria

Jesse Marsh
Cari Stefano e Andrea,
Secondo me la soluzione è invece utilizzare sensori in movimento. Il progetto FP7 Elliot ha per esempio fatto un progetto pilota nella città di Nizza attaccando sensori agli autobus ed alle macchine dei vigili urbani, arrivando persino e regalare o prestare sensori ai ciclisti. http://www.elliot-project.eu/sites/default/files/Ideation-of-IoT.pdf 
Con un rilevamento "random" così si ottiene una copertura migliore delle tipiche stazioni di monitoraggio, ad un costo molto inferiore per il Comune (basti pensare ai costi di manutenzione e di protezione dal vandalismo che in questo caso non ci sono).
Altra cosa simile è il "Copenhagen Wheel", http://senseable.mit.edu/copenhagenwheel/ che è ora un prodotto commerciale a $700. Trasforma una bici normale in bici elettrica e contiene anche dei sensori per monitorare le condizioni della strada, monossido di carbonio, NOx, rumore, temperatura ambiente e umidità. L'idea è che le città potrebbero voler sponsorizzarlo avendo in ritorno i dati di monitoraggio a parte il fatto che in ogni caso costa meno di comprare una bici elettrica.
Forse se ne potrebbe parlare con l'AMAT, per montare dei sensori sui veicoli car sharing e bike sharing.
E in ogni caso una nostra azione dimostrativa avrebbe più valore se fosse indirizzata alla realizzazione di una strategia più ampia.
ciao


2015-08-30 15:44 GMT+02:00 Andrea Borruso <[hidden email]>:
Ciao Stefano,
grazie per il tempo speso.

Io su questa cosa sono in "mumble, mumble". Tu scrivi di arrivare ad un buon
numero di sensori, in modo da poter coprire in modo omogeneo la città e
poter fare delle interpolazioni di dati basate su un campione sparso in modo
geometricamente corretto nel territorio.

Io mi immaginavo anche qualcosa di più semplice, su cui appunto sto però
ancora ragionando. Mi spiego con un esempio: se con il mio sensore raccolgo
dati nella sola via Notarbartolo, lasciando il sensore nel balcone di un mio
amico per una settimana, e per ben due volte leggo valori oltre la soglia, e
scopro che il sistema di raccolta dati in città non è stato in grado di
rilevarlo? Perché la rete di sensori magari è piccola, mal distribuita, o
non più ben funzionante.

Una settimana il sensore in via Notarbartolo "bassa", poi una in quella
"alta", poi in Viale Michelangelo, poi in Via Pitrè, ecc.. In poco tempo
potremmo avere dei dati utili a capire se la qualità dell'aria va misurata e
monitorata meglio, se ci sono delle situazioni di allarme già in corso, se
al contrario va tutto bene e avere conferma che possiamo stare sereni.
Non mi immagino di costruire insieme una mappa dell'inquinamento da PM 2.5
della città, ma di essere soltanto un piccolo led che si accende a segnalare
qualcosa.
Più led riusciamo a mettere in giro, sicuramente meglio è, ma non mi
sostituirei a chi queste cose le fa e /o le farà già.

Non sono aggrappato a questa mia idea, ma volevo delinearla pensando possa
essere utile come ulteriore elemento di confronto.

Ne parliamo a #ODS15.

Saluti



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Re: Monitoraggio Crowdsourcing PM 2.5 dell'aria

Andrea Borruso
Administrator
Ciao Jesse,
il sensore in movimento è un'ottima idea.

Io banalizzo sempre un po', perché voglio mettermi nelle condizioni di arrivare ad un primo buon risultato, ma una strategia più ampia interessa anche a me. Dai parliamone a #ODS15 :)


--
Andrea Borruso
website: http://blog.spaziogis.it
GEO+ geomatica in Italia http://bit.ly/GEOplus 
38° 7' 48" N, 13° 21' 9" E, EPSG:4326
--

"cercare e saper riconoscere chi e cosa,
 in mezzo all’inferno, non è inferno, 
e farlo durare, e dargli spazio"

Italo Calvino
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Re: Monitoraggio Crowdsourcing PM 2.5 dell'aria

Stefano La Barbera
Ciao

si, parliamone direttamente ad #ODS15 :)
Secondo me il progetto ha talmente tante potenzialità e modalità di realizzazione che merita una discussione di presenza 

ciao

Il giorno 30 agosto 2015 16:21, Andrea Borruso <[hidden email]> ha scritto:
Ciao Jesse,
il sensore in movimento è un'ottima idea.

Io banalizzo sempre un po', perché voglio mettermi nelle condizioni di arrivare ad un primo buon risultato, ma una strategia più ampia interessa anche a me. Dai parliamone a #ODS15 :)


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e farlo durare, e dargli spazio"

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Re: Monitoraggio Crowdsourcing PM 2.5 dell'aria

Ciro Spataro
ragazzi
si possono montare milioni di sensori portatili per rilevare qualità dell'aria dovunque, bici, bus, balconi, jeans e cappellini degli umani.

La legge italiana stabilisce delle condizioni ideali per il monitoraggio della qualità dell'aria affinchè i dati possano avere attendibilità scientifica e quindi potere essere validati.
Che voglio dire? 
Voglio dire che a Palermo RAP effettua il monitoraggio qualità aria con 9-10 cabine fisse che ai sensi dell'ultuma normativa (Decreto Legislativo n. 155/201) sono pure fuori norma per l'ubicazione delle stazioni, ma cmq rappresentano l'ufficialità del dato. Viene validato da RAP e trasmesso a un ente (non ricordo il nome) sotto il controllo del Ministero Ambiente.

Noi cittadini possiamo creare e posizionare in città 10 milioni di device smart e high-mid o low tech ovunque vogliamo (bici, bus, auto, balcone, jeans e cpapellino), ma le rilevazioni che noi avremmo fatto avranno un valore solo per noi cittadini e non saranno mai dati presi in considerazione dalla pubbl.amministrazione, in quanto la legge italiana stabilisce che le strumentazione devono essere a x metri dalla sede stradale, a x metri di bla bla bla e sono dati che devono essere validati da enti pubblici.
Quindi i nostri rilevati dati sono importanti per noi. Remember!
Cmq sono per farlo. SOno disponibile a posizionarne uno in auto, uno in balcone, uno pure addosso.



Il giorno 30 agosto 2015 19:16, Stefano La Barbera <[hidden email]> ha scritto:
Ciao

si, parliamone direttamente ad #ODS15 :)
Secondo me il progetto ha talmente tante potenzialità e modalità di realizzazione che merita una discussione di presenza 

ciao

Il giorno 30 agosto 2015 16:21, Andrea Borruso <[hidden email]> ha scritto:
Ciao Jesse,
il sensore in movimento è un'ottima idea.

Io banalizzo sempre un po', perché voglio mettermi nelle condizioni di arrivare ad un primo buon risultato, ma una strategia più ampia interessa anche a me. Dai parliamone a #ODS15 :)


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 in mezzo all’inferno, non è inferno, 
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Italo Calvino


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Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

Antonino Lo Bue
Ciao a tutti,

volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da me ed
Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.

Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito turistico-culturale e
nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione Calabria ed
altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com, Tripadvisor)
allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
Calabria.

Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la definizione
del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV in
RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
(scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open Data
Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo sperimentato
interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.

La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open Data
Cloud.

Per chi volesse approfondire:

Trovate le slides qui:
http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf

Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei proceedings
che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2

Qui trovate un semplice demo che mostra l'importazione e l'esecuzione di
alcune regole di interlinking (in real time)
http://slab.icar.cnr.it:8080/SpinEngine/demo.jsp

Qui trovate le pagine del progetto:
http://slab.icar.cnr.it/opendata/

Enjoy

Nino Lo Bue





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Re: Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

cristiano longo (tramite Documenti Google)

Ci vieni a Catania a fine febbraio ? ;)

Il 01/ott/2015 01:49 AM, "Antonino Lo Bue" <[hidden email]> ha scritto:
Ciao a tutti,

volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da me ed
Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.

Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito turistico-culturale e
nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione Calabria ed
altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com, Tripadvisor)
allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
Calabria.

Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la definizione
del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV in
RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
(scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open Data
Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo sperimentato
interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.

La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open Data
Cloud.

Per chi volesse approfondire:

Trovate le slides qui:
http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf

Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei proceedings
che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2

Qui trovate un semplice demo che mostra l'importazione e l'esecuzione di
alcune regole di interlinking (in real time)
http://slab.icar.cnr.it:8080/SpinEngine/demo.jsp

Qui trovate le pagine del progetto:
http://slab.icar.cnr.it/opendata/

Enjoy

Nino Lo Bue





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Re: Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

Antonino Lo Bue
Magari si ma a far cosa :) ?

> Ci vieni a Catania a fine febbraio ? ;)
> Il 01/ott/2015 01:49 AM, "Antonino Lo Bue" <[hidden email]> ha
> scritto:
>
>> Ciao a tutti,
>>
>> volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da me
>> ed
>> Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.
>>
>> Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
>> integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
>> pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito turistico-culturale
>> e
>> nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione Calabria
>> ed
>> altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com,
>> Tripadvisor)
>> allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
>> Calabria.
>>
>> Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la definizione
>> del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV
>> in
>> RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
>> (scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open Data
>> Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo sperimentato
>> interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.
>>
>> La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
>> possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
>> inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open
>> Data
>> Cloud.
>>
>> Per chi volesse approfondire:
>>
>> Trovate le slides qui:
>>
>> http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf
>>
>> Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei proceedings
>> che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
>> http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2
>>
>> Qui trovate un semplice demo che mostra l'importazione e l'esecuzione di
>> alcune regole di interlinking (in real time)
>> http://slab.icar.cnr.it:8080/SpinEngine/demo.jsp
>>
>> Qui trovate le pagine del progetto:
>> http://slab.icar.cnr.it/opendata/
>>
>> Enjoy
>>
>> Nino Lo Bue
>>
>>
>>
>>
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Re: Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

davide.taibi
In reply to this post by Antonino Lo Bue
Complimenti, proprio ieri avevo visto il poster, ottimo lavoro!!

  Davide

Inviato da iPhone

> Il giorno 01 ott 2015, alle ore 01:49, Antonino Lo Bue <[hidden email]> ha scritto:
>
> Ciao a tutti,
>
> volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da me ed
> Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.
>
> Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
> integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
> pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito turistico-culturale e
> nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione Calabria ed
> altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com, Tripadvisor)
> allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
> Calabria.
>
> Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la definizione
> del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV in
> RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
> (scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open Data
> Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo sperimentato
> interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.
>
> La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
> possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
> inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open Data
> Cloud.
>
> Per chi volesse approfondire:
>
> Trovate le slides qui:
> http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf
>
> Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei proceedings
> che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
> http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2
>
> Qui trovate un semplice demo che mostra l'importazione e l'esecuzione di
> alcune regole di interlinking (in real time)
> http://slab.icar.cnr.it:8080/SpinEngine/demo.jsp
>
> Qui trovate le pagine del progetto:
> http://slab.icar.cnr.it/opendata/
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> Nino Lo Bue
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Re: Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

cristiano longo (tramite Documenti Google)
In reply to this post by Antonino Lo Bue
http://www.dmi.unict.it/~longo/okoa16/

Stiamo per fare la call.

;)


On 01/10/2015 02:02, Antonino Lo Bue wrote:

> Magari si ma a far cosa :) ?
>
>> Ci vieni a Catania a fine febbraio ? ;)
>> Il 01/ott/2015 01:49 AM, "Antonino Lo Bue" <[hidden email]> ha
>> scritto:
>>
>>> Ciao a tutti,
>>>
>>> volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da me
>>> ed
>>> Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.
>>>
>>> Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
>>> integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
>>> pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito turistico-culturale
>>> e
>>> nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione Calabria
>>> ed
>>> altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com,
>>> Tripadvisor)
>>> allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
>>> Calabria.
>>>
>>> Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la definizione
>>> del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV
>>> in
>>> RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
>>> (scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open Data
>>> Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo sperimentato
>>> interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.
>>>
>>> La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
>>> possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
>>> inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open
>>> Data
>>> Cloud.
>>>
>>> Per chi volesse approfondire:
>>>
>>> Trovate le slides qui:
>>>
>>> http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf
>>>
>>> Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei proceedings
>>> che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
>>> http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2
>>>
>>> Qui trovate un semplice demo che mostra l'importazione e l'esecuzione di
>>> alcune regole di interlinking (in real time)
>>> http://slab.icar.cnr.it:8080/SpinEngine/demo.jsp
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>>> Qui trovate le pagine del progetto:
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>>> Enjoy
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Re: Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

Antonino Lo Bue
Ciao Cristiano

Mi sembra ottimo, mi puoi gia dire quali saranno le modalita di
partecipazione e contribuzione?


Nino


> http://www.dmi.unict.it/~longo/okoa16/
>
> Stiamo per fare la call.
>
> ;)
>
>
> On 01/10/2015 02:02, Antonino Lo Bue wrote:
>> Magari si ma a far cosa :) ?
>>
>>> Ci vieni a Catania a fine febbraio ? ;)
>>> Il 01/ott/2015 01:49 AM, "Antonino Lo Bue" <[hidden email]> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> Ciao a tutti,
>>>>
>>>> volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da
>>>> me
>>>> ed
>>>> Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.
>>>>
>>>> Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
>>>> integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
>>>> pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito
>>>> turistico-culturale
>>>> e
>>>> nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione
>>>> Calabria
>>>> ed
>>>> altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com,
>>>> Tripadvisor)
>>>> allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
>>>> Calabria.
>>>>
>>>> Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la
>>>> definizione
>>>> del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV
>>>> in
>>>> RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
>>>> (scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open
>>>> Data
>>>> Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo
>>>> sperimentato
>>>> interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.
>>>>
>>>> La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
>>>> possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
>>>> inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open
>>>> Data
>>>> Cloud.
>>>>
>>>> Per chi volesse approfondire:
>>>>
>>>> Trovate le slides qui:
>>>>
>>>> http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf
>>>>
>>>> Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei
>>>> proceedings
>>>> che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
>>>> http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2
>>>>
>>>> Qui trovate un semplice demo che mostra l'importazione e l'esecuzione
>>>> di
>>>> alcune regole di interlinking (in real time)
>>>> http://slab.icar.cnr.it:8080/SpinEngine/demo.jsp
>>>>
>>>> Qui trovate le pagine del progetto:
>>>> http://slab.icar.cnr.it/opendata/
>>>>
>>>> Enjoy
>>>>
>>>> Nino Lo Bue
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Re: Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

Antonino Lo Bue
In reply to this post by cristiano longo (tramite Documenti Google)
Ciao Cristiano

Mi sembra ottimo, mi puoi gia dire quali saranno le modalita di
partecipazione e contribuzione?


Nino


> http://www.dmi.unict.it/~longo/okoa16/
>
> Stiamo per fare la call.
>
> ;)
>
>
> On 01/10/2015 02:02, Antonino Lo Bue wrote:
>> Magari si ma a far cosa :) ?
>>
>>> Ci vieni a Catania a fine febbraio ? ;)
>>> Il 01/ott/2015 01:49 AM, "Antonino Lo Bue" <[hidden email]> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> Ciao a tutti,
>>>>
>>>> volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da
>>>> me
>>>> ed
>>>> Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.
>>>>
>>>> Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
>>>> integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
>>>> pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito
>>>> turistico-culturale
>>>> e
>>>> nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione
>>>> Calabria
>>>> ed
>>>> altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com,
>>>> Tripadvisor)
>>>> allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
>>>> Calabria.
>>>>
>>>> Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la
>>>> definizione
>>>> del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV
>>>> in
>>>> RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
>>>> (scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open
>>>> Data
>>>> Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo
>>>> sperimentato
>>>> interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.
>>>>
>>>> La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
>>>> possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
>>>> inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open
>>>> Data
>>>> Cloud.
>>>>
>>>> Per chi volesse approfondire:
>>>>
>>>> Trovate le slides qui:
>>>>
>>>> http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf
>>>>
>>>> Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei
>>>> proceedings
>>>> che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
>>>> http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2
>>>>
>>>> Qui trovate un semplice demo che mostra l'importazione e l'esecuzione
>>>> di
>>>> alcune regole di interlinking (in real time)
>>>> http://slab.icar.cnr.it:8080/SpinEngine/demo.jsp
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Re: Trasformare Open Data in Linked Open Data - Un caso di studio per il turismo

cristiano longo (tramite Documenti Google)
In reply to this post by Antonino Lo Bue

A fine mese esce la call. Prevediamo di accettare articoli max 12 pagine o solo presentazioni. Il tema dell'anno sarà probabilmente l'archeologia

Il 13/ott/2015 09:21 AM, "Antonino Lo Bue" <[hidden email]> ha scritto:
Ciao Cristiano

Mi sembra ottimo, mi puoi gia dire quali saranno le modalita di
partecipazione e contribuzione?


Nino


> http://www.dmi.unict.it/~longo/okoa16/
>
> Stiamo per fare la call.
>
> ;)
>
>
> On 01/10/2015 02:02, Antonino Lo Bue wrote:
>> Magari si ma a far cosa :) ?
>>
>>> Ci vieni a Catania a fine febbraio ? ;)
>>> Il 01/ott/2015 01:49 AM, "Antonino Lo Bue" <[hidden email]> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> Ciao a tutti,
>>>>
>>>> volevo condividere con voi un lavoro appena pubblicato realizzato da
>>>> me
>>>> ed
>>>> Alberto Machì presso l'ICAR-CNR di Palermo.
>>>>
>>>> Nel lavoro abbiamo presentato uno studio ed una metodologia di
>>>> integrazione e creazione di Linked Open Data a partire da Open Data
>>>> pubblici. Il nostro caso di studio riguarda l'ambito
>>>> turistico-culturale
>>>> e
>>>> nello specifico abbiamo mappato dati da MIBAC, Unesco, Regione
>>>> Calabria
>>>> ed
>>>> altri dataset non pubblici (estrazioni di dati da Venere.com,
>>>> Tripadvisor)
>>>> allo scopo di creare un dataset Linked Open Data per il turismo in
>>>> Calabria.
>>>>
>>>> Tecnicamente ci serviamo di una ontologia di dominio per la
>>>> definizione
>>>> del vocabolario del dataset, mappiamo i dati da sorgenti XML, DB o CSV
>>>> in
>>>> RDF e arricchiamo l'RDF attraverso regole di interlinking ed inferenza
>>>> (scritte in SPIN) che utilizzano gli stessi dataset del Linked Open
>>>> Data
>>>> Cloud come componenti delle regole. In particolare abbiamo
>>>> sperimentato
>>>> interlinking con DBpedia, Geonames, GADM e Linked Open Data musei.
>>>>
>>>> La metodologia è scalabile su differenti settori e dimostra come si
>>>> possano creare dei "building blocks" o patterns di interlinking, per
>>>> inferire automaticamente dei link tra dataset locali e la Linked Open
>>>> Data
>>>> Cloud.
>>>>
>>>> Per chi volesse approfondire:
>>>>
>>>> Trovate le slides qui:
>>>>
>>>> http://aixia2015.unife.it/wp-content/uploads/slides/SESSION-2B/Session_2B_1.pdf
>>>>
>>>> Trovate il testo della pubblicazione alle pagine 316-326 dei
>>>> proceedings
>>>> che fino al 31 ottobre saranno gratuiti:
>>>> http://link.springer.com/book/10.1007%2F978-3-319-24309-2
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