Qui secondo me si tocca la questione del governance collettivo degli Open Data. Volendo generalizzare, per un'amministrazione pubblica qualsiasi dato può essere interpretato in modo "non corretto". Trovandosi di fronte al "niente" ossia pubblicando i dati sull'internet e aspettando soltanto degli allarmisti che vengano a pubblicare questo o quello su facebook, possono effettivamente passare più tempo a correggere gli errori di interpretazione che a fare il proprio lavoro in santa pace (e ricordiamoci che l'obiettivo generale è una sorta di efficienza del sistema nel suo complesso). Se invece dall'altra parte c'è una comunità impegnata, in grado di socializzare un eventuale dibattito e riportarlo su binari di correttezza, non soltanto si possono sentire confortati ma soltanto così possono scoprire quanto possa essere arricchita la loro stessa comprensione dei fenomeni. In fondo questa è stata la dinamica che ha fatto partire il programma Open Data del Comune di Palermo: timore dei responsabili, incoraggiamento da parte della comunità Open Data, pubblicazione di tutto e di più, graduale aggiustamento della qualità dei dati e processi, co-sviluppo di linee guida.Mi piacerebbe proprio che all'evento del 9 luglio prossimo il dibattito ruotasse intorno a queste problematiche.ciao2015-07-02 23:30 GMT+02:00 Andrea Borruso <[hidden email]>:_______________________________________________Caro Francesco,2015-07-02 22:54 GMT+02:00 Francesco Passantino [via OpenDataSicilia] <[hidden email]>:Le informazioni di questo tipo possono essere interpretate correttamente soltanto dagli addetti ai lavori. Valori strani o cluster geografici densi (ad esempio diffusione di particolari tipi di tumori, in zone notoriamente inquinate), che agli inesperti possono apparire allarmanti, in realtà hanno plausibili spiegazioni scientifiche oppure sono irrilevanti per la reale diffusione della singola patologia. Quindi si preferisce concedere queste informazioni a chi può leggerle correttamente, senza gettare nel panico la popolazione.
il rischio di cui parli esiste, ma secondo me non deve essere ragione sufficiente per non pubblicare.Perché anche un bilancio di un comune e le carte del rischio idrogeologico (solo per fare due esempi), se letti non correttamente possono generare risultati molto inattesi.Notte--Andrea Borruso
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