Cari amici,
ho un'idea sul prossimo webinar che vorrei condividere con voi. Chi come me ha partecipato al webinar sugli Open Data con Andrea Borruso, si è reso conto del fatto che i webinar sono molto efficaci e riescono a trasmettere informazioni in modo comodo, efficace e partecipativo. L'obiettivo che mi pongo come Digital Champion è quello di divulgare il digitale in diversi ambiti. In quest'ottica, in accordo con il mio coinquilino, il Digital Champion Nino Galante, e da un'idea buttata li da Andrea Borruso, abbiamo pensato di organizzare un webinar sul Data Journalism. Si dice in giro che in questa comunità ci sia qualcuno che in questo campo non scherza :-) Andrea Nelson Mauro, possiamo invitarti a partecipare con un intervento? ;) Abbracci Eugenio |
ottima idea un webinar che lega: la potenzialità del data journalism alla reale disponibilità dei dati in formato aperto presenti sui portali web di alcune PA (e si potrebbe fare l'esempio dei dati dei portali delle PA delle città in cui ci sono già i dig.champ. siculi) cioè, leghiamo l'aspetto interessante del data journalism (comunicare/informare con i numeri) alla reale disponibilità dei dati pubblici sul territorio, altrimenti si fa il webinar sulla teoria del data journalism senza far vedere come i dati aperti delle PA sicule possono già da ora prestarsi a questo utile scopo comunicativo/informativo Il giorno 26 gennaio 2015 13:28, eugenioagnello <[hidden email]> ha scritto: Cari amici, _______________________________________________ opendatasicilia mailing list [hidden email] http://groups.dataninja.it/listinfo/opendatasicilia |
@Ciro
Ottimo esempio potrebbe anche essere http://soldipubblici.gov.it/it/home Penso sia la materia piu' scottante e che possa attrarre piu' interesse sia lato visitatori del webinar, sia lato DataJournalist. Con un esempio di post http://www.marcosbox.org/2015/01/spesa-comuni-licenze-software-assistenza-informatica.html ( giusto per fare un esempio, volendo se ne possono trovare di migliori ). In questo caso il blogger non e' andato a fondo... ma volendo si potrebbero scroprire chissa' quante magagne, uno dei fini del Data Journalism :) Cosa ne pensi? |
@netziro http://soldipubblici.gov.it/it/home è sicuramente uno dei portali di riferimento migliori per cominciare a fare datajournalism in Italia, considerato che è un portale istituzionale e che contiene tanti tanti dati confrontabili per categoria e per città e per spesa procapite. Sull'esempio della spesa per l'ICT (software, hw, ..) è un po difficile fare un articolo approfondito e che regali un analisi comparativa tra diverse PA davvero attendibile. Perchè bisognerebbe avere i dati su quanto dipendenti hanno le PA analizzate, sul rispettivo livello di servizi erogati o gestiti internamente dalle PA sulle proprie piattaforme applicative online, ecc. La vedo un po difficile come esperimento di datajournalism, per reperimento di dati molto particolareggiati che potrebbero non trovarsi sul web (pensa alle aziende in house che gestiscono i servizi ICT delle PA locali e sui quali non trovi nessun dato delle PA ai quali le Aziende rendono i servizi ICT). Invece l'altro giorno stavo visionando i dati sui costi della gestione dei rifiuti delle città. Se si prendono 2 città, ad esempio, che hanno più o meno num. cittadini e mq di superficie simili, e si confrontano i costi esageratamente diversi, allora lì si che con dati non difficili da reperire online (sicuramente sui portali di Amministraz.Trasparente) si possono trovare e analizzare fenomeni particolari di discrepanza dei costi di gestione dello stesso servizio da città a città con caratteristiche demografiche e territoriali analoghe. E i costi della gestione rifiuti, nella classifica dei costi alti delle PA su http://soldipubblici.gov.it, prendono i primi posti per mole elevata di spesa. Il giorno 26 gennaio 2015 14:32, netziro <[hidden email]> ha scritto: @Ciro _______________________________________________ opendatasicilia mailing list [hidden email] http://groups.dataninja.it/listinfo/opendatasicilia |
Ciao e grazie per l'invito che accetto molto volentieri :) Continuiamo anche questa bella discussione che può aiutare per stilare una scaletta più on demand! C'è un'ipotesi di date? - Il giorno 26/gen/2015 15:13, "ciro spataro" <[hidden email]> ha scritto:
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In reply to this post by Ciro Spataro
@Ciro
In effetti e' difficile se si vuol andare veramente in dettaglio e spulciare gli aghi nel pagliaio, per le motivazioni che hai appena esposto. Pero' e' anche vero che se l'obbiettivo e' quello di creare consistenza sia sulla qualita', sia sull'efficienza, sarebbe comunque interessante cominciare a capire il perche' di alcuni "spikes". Giusto piccoli esempi: Consulenze fittizie, acquisto di software mai utilizzato, piattaforme mai collaudate, progettoni da milioni di euro mai finiti, oppure grossi GAP informatici o arretratezza degli strumenti di lavoro. Teoricamente l'ICT, oggi, dovrebbe rappresentare la base di una amministrazione efficiente. Evidenziato un modello efficiente, potrebbe essere interessante metterlo a paragone con modelli meno efficienti ed appunto "suggerire" i cambiamenti necessari. Tra le altre cose considera che l'ICT (potenzialmente) e' il capitolo di spesa che dovrebbe essere tra i piu' facili da calcolare, anche nel tempo se all'interno di un contesto scalabile e trasparente. Il motivo e' semplice, l'ICT e' fatto di software ( che se consistente significa piu' o meno uguale per tutti ), e di persone ( X ICT engineers : Y infrastrutture software/hardware ) Se esiste inconsistenza, e' gia' materia di studio in se'. Perche' Trento vola, mentre Catania no? Riguardo gestione rifiuti, io penso che li' invece sia molto piu' difficile, non tanto per i costi di gestione (la parte operativa segue la logica di cui sopra), ma piu' che altro per una questione di politica territoriale e i soliti "problemi" noti. E poi ultimo pensiero personale... in considerazione al boom dell'innovazione nelle PA che spero arrivi presto: Se da cittadini ci facciamo sfuggire il controllo a grandi linee di quello che domani diventera' il perno principale delle PA, significa pure che fra 10 anni dovremmo parlare di ICT come oggi parliamo di sanita' e rifiuti. Ovvero un gran buco mangiasoldi di cui nessuno ha il controllo. VeryBello.it e Italia.it sono i primi casi clamorosi :) |
Se ho ben capito ciò di cui si sta parlando, non sono d'accordo.
Sotto il profilo aziendalistico, l'argomento proposto da Ciro Spataro, nei termini da lui proposti, si presta a valutazioni molto meno soggettive: distinguo costi fissi da costi variabili, questi ultimi sono più oggettivamente valorizzabili ed il rapporto coi fissi mi da indicazioni oggettivi sui margini di miglioramento e sul verso degli stessi. E, sopratutto, non si sbaglia (ma si tratta di contabilità industriale da manuale) riducendo tutto ad unità. Le spese ICT invece vanno distinte tra hw e sw; queste ultime tra infrastrutture e applicazioni; queste andrebbero valutate ciascheduna per efficacia ed efficienza (es: quanto tempo impiego a completare un cartellino presenze mensile?...che dipende da quanto è elastico nel conformarsi al contratto, a configurare giustificativi e permessi, ad automatizzare i calcoli, a quanto è interoperabile con paghe, etc...); qual'è il livello complessivo di cooperazione applicativa (che è l'inverso del volume di necessario passaggio di carte...). Ribadisco la premessa: se ho ben capito ciò di cui si sta parlando... nazzareno |
Per me entrambi gli argomenti sono interessanti, per motivi diversi, soprattutto legati al loro target. PeppePrima di procedere oltre, si potrebbe dare un'occhiata alla qualità dei contenuti delle voci di spesa relative ad entrambi gli argomenti, utilizzando rapidamente un piccolo campione di PAL come test. Voglio dire che magari scopriamo che per uno dei due, spese per rifiuti ed ict, i relativi codici Siope sono stati utilizzati difformemente da ente ad ente (sono già online diversi esempi di scarsa significatività di un bel po' di dati, in soldipubblici). Il giorno 26 gennaio 2015 19:21, Nazzareno Prinzivalli <[hidden email]> ha scritto: Se ho ben capito ciò di cui si sta parlando, non sono d'accordo. _______________________________________________ opendatasicilia mailing list [hidden email] http://groups.dataninja.it/listinfo/opendatasicilia |
In reply to this post by Nazzareno Prinzivalli
Salve Nazzareno,
In realta' stiamo un po' confermando tutti lo stesso pensiero :) Ovvero quello di ridurre tutto ad unita'. Il mio pensiero, forse espresso male, voleva esprimere l'idea che l'ICT puo' essere scalabile e a mio parere puo' essere ridotto ad unita', se all'interno di un piano consistente e generale. Prendeva in esempio di come un software di gestione presenze sia interfacciabile con il software paghe ( se ho ben compreso ). Perche' ogni regione/provincia/comune deve avere un software gestionale differente? Oggi nell'era del SaaS e del cloud computing in cui sicuramente si puo' creare un software che possa funzionare per tutti e che sia gia' integrato con tutto quanto necessario, perche' dovrei preoccuparmi di cooperazione applicativa? :) Infatti tornando al topic principale, Data Journalism, a mio parere avrebbe piu' senso puntare l'attenzione ad esempio su come i vari enti stanno spendendo miliardi di euro per comprare fondamentalmente la stessa cosa 20,50,200 volte. Pagando manutenzioni su software gia' esistenti e collaudati e creando inefficienza perche' si spende piu' tempo a capire come Integrare o risolvere l'integrazione con lavoro manuale. Se poi parliamo del fatto che questi software dovrebbero tutti essere OpenSource e gestiti dalle Universita'... vado fuori topic e probabilmente nel mondo dei sogni :-) Ma da giovane 27enne mi piace sognare ;) Non tocco il tasto HW... :) Piu' in generale io considero, perlomeno lato sw, tutti i software di gestione PA come un gran prodotto da gestire che debba funzionare per tutti. Posso sicuramente sbagliarmi :) |
In reply to this post by Andrea Nelson Mauro-2
Nelson, fra 15 giorni more or less.
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